Se n’è andato un altro protagonista di un giornalismo sportivo che ha appassionato gli italiani per almeno due decenni. E’ morto a Firenze, dove era nato il 5 maggio 1927, Marcello Giannini. Era uno dei volti di 90° minuto, la voce dalla Toscana. Corrispondente da Firenze e qualche volta da Milano, da Brescia e da Como, ha legato la sua carriera giornalistica soprattutto alla squadra viola per la quale descrisse la stagione dello scudetto nel 1969. Giannini non si è occupato solo di sport: in radio e in tv, ha raccontato la drammatica alluvione di Firenze del 4 novembre 1966. Per descrivere meglio la portata della catastrofe aprì la finestra e mise il microfono vicino all’acqua in modo tale da poter fare ascoltare il rumore della corrente ai radioascoltatori e ai telespettatori.
Lo scrittore Vasco Pratolini scrisse che era riuscito a elevare a dignità di notizia il rumore. Il lavoro svolto durante l’inondazione gli valsero molti riconoscimenti, tra i quali il premio Cuore d’oro 1966, assegnatoli dal comune di Firenze con una cerimonia pubblica a Palazzo Vecchio. Lo ricorda così Erasmo D’Angelis, capo struttura di missione del Governo contro il dissesto idrogeologico: “Marcello Giannini è stato non solo il cronista della tragedia, ma protagonista della denuncia dei clamorosi ritardi della stessa Rai e dell’abbandono dello Stato per almeno tre giorni”.
Giannini era laureato in sociologia della comunicazione e fu assunto dalla Rai di Firenze nel 1950. Collaborava a stretto contatto con Omero Cambi, il primo caporedattore della redazione toscana, e dopo la sua scomparsa lo sostituì. Era il marzo 1965, anno in cui il suo nome e cognome cominciò a diventare popolare. Giannini era in pensione dal 1992. E’ stato anche scrittore di libri e radiodrammi. Eletto come indipendente nelle liste della Dc, e nelle organizzazioni professionali dei giornalisti, non ha disdegnato l’impegno politico. I funerali si terranno lunedì a Firenze.
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